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Medicinale

Tachipirina: breve guida all’uso, nei bambini e negli adulti

Stephanie

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Guida per un corretto uso della Tachipirina: cos’è, quando si usa, come funziona, sicurezza, dosaggi, conservazione, in particolare per i bambini. Tutto quello che un genitore deve sapere sul farmaco per non commettere errori, spiegato dal Farmacista e Papà Stefano.

Cos’è la Tachipirina

Tachipirinaè il nome commerciale di un farmaco il cui principio attivo è il Paracetamolo (o Acetominofene), e questo  nome è ormai universalmente riconosciuto come sinonimo dello stesso principio attivo. Non tutti sanno però che in commercio sono disponibili preparati analoghi come Efferalgan o farmaci equivalenti o generici.

E’ un farmaco molto utilizzato, sia in infanzia che in età adulta, ed è un analgesico e antipiretico, largamente impiegato sia da solo che in associazione ad altri farmaci, a seconda della severità della sintomatologia da andare a trattare.

Lo si può acquistare in farmacia e in parafarmacia nelle preparazioni destinate alla automedicazione come SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) o nelle sole farmacie nella formulazione da 1 grammo in compresse per la quale è necessaria la ricetta medica.

Quando si usa la Tachipirina e sicurezza del farmaco

E’ utilizzato negli adulti, adolescenti e bambini per:

  • come antipiretico per il trattamento sintomatico degli stati febbrili come influenza, malattie esantematiche (malattie infettive tipiche dei bambini e degli adolescenti), malattie acute del tratto respiratorio, ecc.;
  • come analgesico per dolori di varia origine e natura (mal di testa, nevralgie, disturbi della dentizione nell’infanzia, dolori muscolari ed altre manifestazioni dolorose di media entità).

In età pediatrica rappresenta il farmaco di elezione e di prima scelta per trattare questi sintomi.

Una precisazione per la febbre: è un meccanismo di difesa dell’organismo nella risposta immunologica all’aggressione di patogeni, il farmaco quindi va utilizzato solo in caso di necessità e sempre dopo aver consultato il medico o il farmacista. Non è in necessario somministrare il farmaco se il solo dato clinico è quello del rialzo della temperatura, ma dovrebbe essere impiegato se il bambino risulta dolorante o infastidito, indipendentemente da quello che segna il termometro.

Potete approfondire l’argomento leggendo l’articolo sulle linee guida della Società Italiana di Pediatria sulla gestione della febbrecliccando qui

Dal punto di vista della sicurezza è un medicinale sicuro e ben tollerato, tanto che può essere usato in gravidanza, allattamento e nei bambini fin dai primi mesi di vita.
Il trattamento con Tachipirina o altro medicinale a base di paracetamolo va però inteso come sintomatico e di breve durata. Non superare i 3 giorni di assunzione e in caso i sintomi non si siano risolti, consultare il medico o il farmacista.

E’ controindicato in caso di accertata ipersensibilità, insufficienza epatica grave e anemia emolitica grave.

Come agisce la Tachipirina

Agisce sul sistema nervoso centrale e attraverso la modulazione di prostaglandine COX3 ed esercitando un azione diretta sui sistemi di serotonina e dopamina.
Per questo motivo è utile sottolineare che, diversamente da quando narra la credenza popolare, il farmaco non ha alcun efficacia a livello locale. Quindi se utilizzato per un massaggio sulla pelle o sulle gengive dei bambini non avrà alcun beneficio, e non ha proprietà antinfiammatorie.

Tachipirina gocce, sciroppo, supposte, orosolubile, compresse, flashtab: quale scegliere?

In commercio esistono diverse forme farmaceutiche adatte ad ogni fascia di età ed esigenza.

Nella scelta della via di somministrazione nell’infanzia è da preferire l’assunzione per via orale rispetto alla rettale, per due motivi:

  1.  l’assorbimento a livello rettale è abbastanza limitato
  2. la dose non è modulabile nelle supposte, mentre con lo sciroppo e le gocce vi è una precisione maggiore nella posologia.

La via rettale sarebbe da circoscrivere alle situazioni in cui non è possibile l’impiego orale, come vomito o assoluto rifiuto del bambino.

Per gli adulti le formulazioni orosolubili e flashtab sono quelle con più rapida azione analgesica.

Dosaggi, sovradosaggio, conservazione

E’ molto importante rispettare la posologia come riportata all’interno della confezione e non lanciarsi in un “fai da te” che può risultare rischioso. Infatti, rimanendo nelle giuste dosi terapeutiche, non avremo un accumulo di farmaco con relativa formazione di un metabolita epatotossico.
Consultare sempre il bugiardino contenuto nella confezione. Anche se si conosce già il farmaco, è bene controllarne le dosi riportate sul foglietto illustrativo, perché i prodotti farmaceutici possono subire delle variazioni nella composizione.

La validità dello sciroppo e delle gocce, dopo la prima apertura, è di 1 anno. Per le altre formulazioni fa fede la data di scadenza riportata sulla confezione.


Riassumendo, ecco cosa bisogna ricordare sul paracetamolo (e sulla Tachipirina):

  • Sicuro e ben tollerato
  • Utilizzabile in gravidanza, allattamento e nei bambini  fin dai primi mesi di vita
  • Azione antipiretica e analgesica; no antinfiammatoria, no uso topico/locale
  • Preferire l’assunzione orale rispetto quella rettale
  • Rispettare le dosi e i tempi di somministrazione
  • Non previene le convulsioni
  • Non previene la febbre e non cura l’influenza (ma i suoi sintomi)
  • Non deve essere somministrato preventivamente prima della vaccinazione
  • Non somministrare per più di 3 giorni consecutivi senza consultare il medico
  • Non alternare, nell’uso domestico, con l’ibuprofene
  • Prima di associare altri farmaci consultare il medico o il farmacista
  • In caso di ingestione accidentale di una dose eccessiva di medicinale, consultare il medico o rivolgersi all’ospedale più vicino
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Famiglia

Prenatal Lista Nascita: Cosa includere nella borsa per il parto? Cosa dovrebbe includere un piano nascita?

Stephanie

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Gioia, eccitazione, attesa, nervosismo: queste sono solo alcune delle sensazioni che provi se di recente hai appreso di essere incinta. È un momento meraviglioso, ma può anche essere travolgente. Per rimanere organizzato, avrai bisogno di organizzare alcuni aspetti della tua vita.

Tuttavia, a parte la notizia della gravidanza, la maggior parte delle donne non si accorgerà nemmeno di essere incinta nei primi tre mesi. Probabilmente, ti sentirai stanca e ciò è dovuto principalmente ai continui cambiamenti ormonali, alla riduzione della glicemia e della pressione sanguigna.

Un altro sintomo comune nel primo trimestre è la nausea mattutina. Il lato positivo è che di solito scompare alla fine dei primi tre mesi. Un altro fattore è la crescita del seno. Il primo trimestre è forse il momento più emozionante di una gravidanza, soprattutto se è il tuo primo bambino. Vediamo nel dettaglio alcuni aspetti da non tralasciare assolutamente.

Lista gravidanza: cosa includere?

prenatal lista nascita

Abbiamo deciso di stilare una lista di cose da fare per affrontare la preparazione per il parto nella migliore maniera. In particolare, potrai decidere di stampare la lista gravidanza in qualsiasi momento e tenerla sempre con te:

  • Fai un test di gravidanza
  • Informazioni sui vantaggi a cui si ha diritto quando si è in gravidanza
  • Rimani attivo, inizia a fare esercizio esercizio fisico mantenendoti in forma
  • Se fumi, chiedi aiuto per smettere immediatamente
  • Fissa un appuntamento per vedere la tua ostetrica o il tuo medico di famiglia
  • Prenota lezioni prenatali
  • Assicurati di fare tutti i test di screening
  • Fissa un appuntamento per vedere un dentista
  • Informati sui tuoi diritti sul lavoro in merito al congedo di maternità
  • Chiedi di sentire il battito cardiaco del tuo bambino
  • Inizia a comprare le cose di cui avrai bisogno per il tuo bambino
  • Hai fame? Attenersi a una dieta ragionevole mangia sano ed evita cibi spazzatura
  • Scrivi al tuo datore della tua intenzione di interrompere il lavoro
  • Assicurati di conoscere le avvisaglie del travaglio
  • Prepara una borsa per il parto
  • Per i partner, prepararsi per la nascita e per i momenti successivi al parto

Preparazione per il parto: cosa fare?

In cosa consiste la preparazione per il parto? Cosa fare per essere pronti al momento della nascita del bambino? Spesso le persone descrivono la nascita come un momento di grande gioia, realizzazione, orgoglio e sollievo nel portare un nuovo bambino nel mondo. Sebbene per la maggior parte questo sia il risultato finale, arrivare a quel punto può essere lungo, doloroso ed estenuante, e talvolta il parto non è esattamente come ce lo siamo immaginate.

Le esperienze di gravidanza variano notevolmente da un individuo all’altro e anche da una nascita all’altra. Se chiedi a qualcuno qual è il loro piano di nascita, è probabile che venga descritto un numero limitato di scenari.

In ogni caso, ci sono alcune cose che è utile tenere a mente quando ti stai per avvicinare al parto. In primis, non esiste un modo giusto per partorire. Farai ciò che ti sembra giusto in quel momento ed è solo allora quando ti trovi in ​​quella situazione e stai sperimentando il parto, che saprai cos’è veramente.

Le lezioni prenatali possono essere molto utili per aiutarti a conoscere e capire quali sono le tue alternative per partorire e i diversi modi in cui si può gestire questo processo.

È importante ricordare che durante il parto possono accadere cose che potrebbero non essere come avevamo pianificato, sperato e nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni che sono al di fuori del nostro controllo.

Ad esempio, il bambino potrebbe essere prematuro, mettersi in una posizione scomoda, la pressione sanguigna potrebbe aumentare o diminuire: questi sono solo alcuni esempi del numero di eventi che possono accadere a chiunque. Sono al di fuori del nostro controllo e lo sono colpa di nessuno.

Se ti succede, prova ad essere rilassata. Durante il parto, lasciati guidare dai professionisti sanitari che sono nella posizione migliore per valutare la situazione in quel momento e attingi alla loro esperienza per gestire in totale sicurezza questi momenti.

Non importa cosa accada, o quanto vicina o lontana sia la tua esperienza di parto dai tuoi pensieri, l’obiettivo è di partorire in sicurezza il tuo bambino (o bambini). Lasciati guidare dal tuo medico. Concentrati sul seguire ciò che ti consigliano di fare.

Cosa includere nella borsa per il parto?

lezioni prenatali
  • Documenti importanti: porta le copie del piano di nascita, un documento d’identità con foto, moduli di registrazione dell’ospedale. Anche se ti fossi già registrata in ospedale, spesso queste strutture hanno bisogno di un doppio check per procedere al ricovero.
  • Contanti e cambio: porta almeno € 20 in contanti e cambia per snack
  • Smartphone e caricabatterie: lo sappiamo, non sei mai senza il tuo telefono. Ma assicurati che anche tu (e il tuo partner) abbiate i dispositivi per ricaricare i vostri cellulare in qualsiasi momento. Oltre ad aver bisogno di un telefono per ovvi motivi (chiamate, messaggi di testo), ti consigliamo di scaricare app utili, come un timer di contrazione.
  • Strumenti per il rilassamento: un impacco caldo fatto in casa (un calzino pieno di riso o fagioli) può darti un sollievo immediato durante il travaglio attivo perché si adatta al tuo corpo e può essere facilmente riscaldato nel microonde dell’ospedale.
  • Cuscino morbido: fidati di noi quando ti diciamo che i cuscini in ospedale sono comodi. Non dimenticare di portarne uno anche per tuo marito o il tuo compagno che vuole passare la notte in ospedale accanto a te.
  • Articoli da toeletta: deodorante, bagnoschiuma, shampoo, salviettine detergenti per il viso, dentifricio e spazzolino da denti sono necessari per la tua igiene personale. Non dimenticare il balsamo per le labbra e la crema idratante.
  • Prodotti per la cura dei capelli: una fascia elastica ti aiuterà a tenere i capelli lontani dal viso durante il travaglio, e una spazzola e uno shampoo a secco ti aiuteranno a farti sembrare favolosa nelle prime foto con il tuo nuovo bambino.
  • Indumenti da notte, vestaglia e biancheria intima: una camicia da notte di cotone sarà molto più comoda di un camice da ospedale e una vestaglia sarà utile per camminare nei corridoi.
  • Pantofole e / o calzini pesanti: tieni le dita dei piedi calde e pulite, sia a letto che durante le tue passeggiate in ospedale. Porta due paia di pantofole perché potrebbero sporcarsi durante il tuo soggiorno in ospedale o in clinica.
  • Reggiseno per l’allattamento: porta una canotta o un reggiseno per l’allattamento che risulti essere comodo per le notti in ospedali. Compralo alla fine dei nove mesi di gravidanza perché probabilmente avrai quella stessa taglia alla fine del parto.

Cosa dovrebbe includere un piano nascita?

Quando una mamma in travaglio arriva in ospedale con un piano di nascita, gli infermieri spesso alzano gli occhi al cielo e sorridono, soprattutto se si tratta di un piano di nascita da spuntare e compilare. Ecco alcuni suggerimenti per scrivere un piano di nascita efficace.

Scrivi il tuo piano di nascita, non utilizzare un modulo prestampato.

I piani di nascita pre-scritti che sono disponibili su molti siti web sono buoni da usare come fogli di lavoro mentre pensi al tuo piano di nascita. Ma un piano di nascita scritto personalmente mostra ai medici che sei consapevole di ciò che vuoi.

Il tuo piano di nascita dovrebbe essere breve e leggibile, preferibilmente 1-2 pagine. Sii personale ed educato nello scrivere. Racconta brevi storie personali che spiegano le tue scelte.

Sii molto istruito riguardo alle tue scelte, specialmente riguardo alla gestione del dolore e ai cesarei.

Assicurati di completare un programma di preparazione al parto prima di tentare di scrivere il tuo piano di nascita. Se hai poco tempo prima del parto, valuta la possibilità di leggere un libro sulla preparazione al parto o guardare un video corso. Fai un tour della tua struttura prima del parto e scopri le opzioni che offrono per il controllo del dolore, le posizioni del parto e la cura del neonato.

Inizia il tuo piano di nascita con i nomi e i numeri di telefono di tutte le persone chiave coinvolte nel tuo parto.

Includi il tuo nome, il nome del tuo bambino (se lo conosci!), Il tuo ostetrico o ostetrica, il tuo pediatra / medico del bambino, i nomi di tutte le persone che dovrebbero essere presenti al tuo parto e i nomi di chiunque non vuoi al momento del parto.

Continua con una sezione sulla tua storia medica e ostetrica.

In questa sezione, includi i tuoi farmaci, allergie, condizioni mediche croniche e informazioni su ciascuna delle tue precedenti gravidanze e parti. Indica se sei positivo o negativo per lo streptococco di gruppo B e il diabete. Se hai mai avuto l’herpes, l’HIV, l’epatite o altre malattie a trasmissione sessuale, è essenziale includerle.

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Gourmet

Anisakis, il parassita del pesce azzurro: sintomi, dove si trova, evitarlo

Stephanie

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Il parassita Anisakis chiamato anche parassita del pesce azzurro, è forse poco conosciuto ma facile da incontrare. Io l’ho trovato pulendo delle acciughe e ho pensato che sarebbe stato interessante parlarvene nel blog. Insieme cerchiamo di capire di più sull’Anisakis: sintomi, in quali pesci si trova, come evitarlo.

Cos’è l’ Anisakis e come il parassita può infestare l’uomo?

La presenza di questi parassiti nel pesce è assolutamente normale, perché fa parte del naturale processo ecologico dei principali sistemi acquatici marini (Salvatore Seminara, commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia)

E’ un parassita del pesce che possiamo ritrovare nelle carni di molte specie ittiche, in particolar modo è un parassita del pesce azzurro.

Svolge il suo ciclo vitale in ambiente marino, passando da uova, a larva, a stato adulto e riproducendosi fra pesci e grandi mammiferi marini. Può succedere però che il parassita si trovi in un ospite accidentalecome l’uomo, causando un’infezione che può essere anche molto grave.

Parassita Anisakis – Sintomi e terapia

L’uomo mangiando pesci o calamari crudi o poco cotti, può ingerire le larve dei nematodi, responsabili di una malattia nota come anisakidiosi o anisakiasi.

Le larve ingerite in genere muoiono o non danno sintomi, raramente il parassita Anisakis giunge a maturazione negli esseri umani: di norma viene eliminato spontaneamente entro tre settimane dall’infezione. In alcuni casi, soprattutto se vengono ingerite più larve, queste possono invadere la mucosa gastrica o intestinale e causare dolori addominali, nausea, vomito ed occasionalmente febbre. L’infestazione da Anisakis e i suoi sintomi in genere si manifestano in un arco di tempo variabile dall’ingestione di pesce contaminato.

Una volta penetrate nella mucosa ne deriva una reazione infiammatoria, con formazione di un granuloma (accumulo delle cellule del sistema immunitario) che può evolvere nei casi più gravi in ulcere che perforano la parete.

Se nelle forme meno gravi può essere sufficiente una terapia sintomatica, nella maggioranza dei casi si rende necessario un intervento chirurgico per la rimozione delle larve.

Parassita Anisakis – Cottura

Parassita Anisakis

A volte si pensa che con la cottura l’Anisakis muoia e i problemi siano risolti. In realtà non è proprio così.

Anche se sottoposte a cottura,  le larve di Anisakis possono essere pericolose per gli esseri umani. Quando infettano il pesce infatti rilasciano diverse sostanze biochimiche nei tessuti circostanti. Inoltre, si possono quindi verificare manifestazioni allergiche acute, ad esempio orticaria e shock anafilattico, accompagnate o meno dai sintomi gastrointestinali.

L’Anisakis in quali pesci si trova?

A studiare gli effetti che le larve dell’Anisakis possono provocare nell’uomo è il Centro di Referenza Nazionale per le Anisakiasi (C.Re.N.A), che ha sede all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Il Centro, diretto dal dottor Vincenzo Ferrantelli, ha effettuato un monitoraggio, su decreto dall’assessorato regionale alla Salute, i cui risultati adesso sono stati pubblicati. Dalle analisi di circa 8 mila campioni, provenienti da tutte le province siciliane, è emerso che il pesce più infestato da queste larve è la spatola, seguito da suro, sgombro, merluzzo, scorfano e alici. Ma attenzione a non creare allarmismi.

Per i mari italiani quindi l’Anisakis in quali pesci si trova? Ecco un elenco schematico:

  • pesce sciabola o spatola (quasi sempre infestato),
  • sgombro,
  • merluzzo (fam. gadidi),
  • scorfano
  • alici (acciughe),
  • sardine,
  • aringhe,
  • dentice (fam. sparidi),
  • rana pescatrice (fam. lofidi),
  • San Pietro,
  • totani e calamari.

Una pronta e completa eviscerazione permette l’allontanamento del parassita, che potrebbe migrare nelle masse muscolari del pesce.

E’ per questo motivo che per alcune specie ittiche è imposta l’eviscerazione subito dopo la pesca, direttamente sulla barca prima dell’abbattimento.

Parassita Anisakis – Acciughe sotto sale, alici marinate

Dallo studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale è emerso anche che la marinatura, le tecniche del carpaccio e della tartara non rappresentano un metodo sicuro per la bonifica del pesce infestato.

E’ possibile trovare tracce di Anisakis nelle sardine o acciughe sotto sale e nelle alici marinate, perché queste due preparazioni non prevedono la cottura del pesce. Prestare quindi attenzione quando si consumano questi prodotti, affidarsi solo a produttori di fiducia ed evitare nei bambini e in gravidanza. Questo perché il parassita Anisakis porta a sintomi che potrebbero essere pericolosi per la mamma e il bambino.

Parassita Anisakis – Salmone affumicato

Analogamente a quanto detto per la marinatura, neanche l’affumicatura è in grado di uccidere l’Anisakis. Tuttavia, studi recenti dimostrano che questa specie è meno frequentemente infestata dal parassita e questa pare riguardare solo il pesce selvatico.

Sulle nostre tavole in genere arriva solo salmone da allevamento, quindi il pericolo di incontrare questo sgradito ospite è remota, anche se non impossibile.

Parassita Anisakis -Sushi

Parassita Anisakis -Sushi

Per lo stesso motivo anche il sushi è ad alto rischio parassitosi, essendo per lo più a base di pesce crudo. Lo scorso anno il caso di un uomo portoghese di 32 anni amante di sushi è finito sulla rivista scientifica Bmj Case Reports per un’infestazione da Anisakis.

L’uomo, in buono stato di salute, da circa una settimana accusava febbriciattola, vomito e severo dolore addominale. Dopo un attento colloquio dal quale emerge che il paziente ha recentemente consumato sushi, i medici procedono con un’endoscopia gastrointestinale nel tratto digestivo superiore, trovando un parassita filiforme attaccato saldamente a un’area di mucosa gonfia, come si vede dall’immagine sotto.

Un tempo apprezzate da pochi adepti ora anche nel nostro Paese queste pietanze sono gradite a milioni di persone, che affollano ogni giorno i ristoranti giapponesi. Peccato però, che, parallelamente al crescere dei locali specializzati, oggi sono in aumento i casi d’intossicazione legati al consumo di questi cibi.

Non parliamo solo di Anisakis nel sushi, ma anche di altri tipi di intossicazioni legate alla mal conservazione del pesce. Ma questo sarà oggetto di un altro articolo.

Parassita Anisakis – Ostriche

Vorrei spendere qualche parola sul binomio Anisakis-ostriche. Mi sono documentata parecchio per scrivere questo articolo e non ho trovato traccia della documentata presenza di questo parassita nelle ostriche.

I prodotti della pesca da consumare crudi o praticamente crudi che devono essere sottoposti a preventivo trattamento termico di bonifica (abbattimento) per prevenire il rischio di parassitosi sono unicamente i prodotti della pesca derivati da pesci pinnati e da molluschi cefalopodi (seppie, totani, calamari, polpo e similari).


Difendersi dall’Anisakis: cottura o congelamento

Il metodo più efficace è la cottura superiore ai 60° centigradi per almeno un minuto fino al cuore del prodotto. Nel caso di pesce destinato a essere consumato crudo, i ristoranti, i sushi-bar devono avere l’abbattitore termico (strumento in grado di abbassare rapidamente la temperatura degli alimenti), utile per portare il pesce a -20 gradi per almeno 24 ore. Nel caso, invece, di consumo domestico, non avendo l’abbattitore, per evitare l’Anisakiasi si deve congelare il pesce in un freezer (contrassegnato con tre o più stelle) a temperature ancora più basse (-17 gradi) per almeno 96 ore.

Schema riassuntivo per la sicurezza:

  1. Aquistare pesci eviscerati, soprattutto per le specie più a rischio.
  2. Evitare il pesce crudo, ma cuocere almeno a 60-70° C per qualche minuto.
  3. Se si consuma crudo o marinato o non completamente cotto, il pesce deve essere preventivamente congelato per almeno 4 giorni a -17/-18°C, in congelatore domestico corrispondente a tre o più stelle.
  4. Limitare il consumo di prodotti a rischio come le semiconserve domestiche a base di pesce azzurro crudo marinato.
  5. Se si ama il sushi o le crudità, consumarlo solo in ristoranti di fiducia, dove si ha la sicurezza di trovare pesce abbattuto e correttamente conservato.

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Famiglia

Toxoplasmosi in gravidanza: vero o falso?

Stephanie

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Quella di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza è, per chi risulta negativa al test, una una delle preoccupazioni costanti della dolce attesa.

Toxoplasmosi in gravidanza: premesse

Si tratta una malattia parassitaria, causata dal Toxoplasma gondii. E’ una delle malattie infettive facenti parte del complesso TORCH, un gruppo di malattie per cui è necessario lo screening durante la gravidanza, perché potenzialmente dannose per la salute del nascituro. TORCH è l’acronimo inglese di“Toxoplasmosis”, “Others” (“altri” intende epatite B e C, Aids e ogni altra infezione che può avere effetti sul neonato), “Rubeola” (“rosolia”), “Citomegalovirus”, “Herpes”.

Il contagio avviene per ingestione delle sue microscopiche uova che contaminano il suolo e quindi certe verdure oppure quando si mangiano carni crude o poco cotte degli animali infettati.

Si parla tanto di questa malattia e talvolta è difficile distinguere fra consigli che si fondano sulla scienza medica e quelli che derivano più che altro dal folklore popolare. Oggi quindi non entreremo nei dettagli tecnici della malattia, ma giocheremo più ad un VERO o FALSO in merito a tante affermazioni che si fanno circa questa malattia.

Divertitevi a vedere il punteggio che totalizzate e quanto sapete della toxoplasmosi in gravidanza.

10 affermazioni sulla toxoplasmosi in gravidanza: VERO FALSO?

toxoplasmosi in gravidanz

1) SE LASCIO FRUTTA E VERDURA A BAGNO IN ACQUA E BICARBONATO, POSSO STARE TRANQUILLA.  FALSO 

Sfatiamo questo mito. Il passaparola sui suoi usi disinfettanti è figlio di un errore di fondo che va chiarito: il bicarbonato non è disinfettante, ma è un sale alcalino per cui innalzando il PH crea un ambiente sfavorevole alla proliferazione batterica. Detto questo, nella toxoplasmosi si parla di uova, non di batteri, quindi il lasciare a bagno la frutta e la verdura in una soluzione di acqua e bicarbonato non ha effetto protettivo verso l’infezione. Il bicarbonato può rivelarsi utile per un’altro aspetto:, su può usare per pulirne bene la superficie di frutta e verdura dure, come una sorta di scrub, sciacquando bene poi sotto acqua corrente.

2) L’UNICO MODO PER MANGIARE FRUTTA E VERDURA SICURA E’ LAVARLA CON AMUCHINA. FALSO

L’amuchina a differenza del bicarbonato è un disinfettante, ma come dicevamo sopra il nostro problema sono le oocisti (uova) per cui disinfettare gli alimenti non è necessario.
Come pulire allora la frutta e la verdura in modo che sia sicura? Semplice: acqua corrente. Lavare abbondantemente senza lasciare a bagno, ma facendo scorrere l’acqua; se la superficie è dura spazzolarla bene, anche come indicato al punto 1.
Ricordarsi di lavare anche l’insalata pronta in buste pronte all’uso.

3) LA CARNE CRUDA O POCO COTTA PUO’ TRASMETTERE IL TOXOPLASMA IN GRAVIDANZA. VERO

Uno studio che ha coinvolto diversi centri europei, tra i quali anche due italiani (Napoli e Milano), pubblicato sul British Medical Journal nel 2000, indica tra le principali fonti di infezione nelle donne gravide il consumo di carne poco cotta. Dai risultati emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta).
Quindi prestate attenzione: per evitare la toxoplasmosi in gravidanza la carne va cotta bene, senza lasciare parti al sangue.

4) PER EVITARE LA TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA E’ IMPORTANTE LAVARSI LE MANI DOPO AVER TOCCATO LA CARNE CRUDA. VERO

Per lo stesso motivo di cui sopra, è molto importante lavarsi bene le mani dopo aver toccato la carne cruda o meglio ancora usare dei guanti in lattice monouso, un po’ come fanno gli chef. Stesso dicasi per le posate, lavate quelle utilizzate per la carne cruda e non utilizzatele per consumare il pasto.

5) IL PESCE CRUDO PUO’ TRASMETTERE IL TOXOPLASMA. FALSO

Il pesce crudo non va consumato in gravidanza per altre forme di patologie (Salmonella e altri parassiti come l’Anisakis). Quindi anche se risultate positive alla Toxoplasmosi e siete quindi immuni da questa infezione, resta fermo il consiglio di evitare il consumo di pesce crudo in gravidanza.

6) SALUMI E PROSCIUTTO CRUDO POSSONO PORTARE A CONTRARRE LA TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA, ANCHE SE MOLTO STAGIONATI. VERO

Prosciutto crudo, salame o altri insaccati possono essere contaminati e quindi sono da evitare. La carne di maiale è più frequentemente contaminata rispetto al manzo, ma questo non è comunque considerato sicuro (quindi a rischio anche la bresaola di manzo).

7) QUANDO SI FA GIARDINAGGIO O SI CURA UN ORTO E’ IMPORTANTE USARE DEI GUANTI E LAVARSI BENE LE MANI. VERO

Lo stesso studio citato al punto 3 evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato. È necessario quindi che, qualora si svolgano attività di questo tipo, ci si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Meglio ancora usare dei guanti e poi lavarsi accuratamente!

8) DEVO ALLONTANARE IL MIO GATTO DA CASA PER TUTTA LA GRAVIDANZA SE NON VOGLIO RISCHIARE LA TOXOPLASMOSI. FALSO

Negli ultimi anni si è ridimensionato il ruolo del gatto domestico come portatore della malattia, in particolare se alimentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata regolarmente. Non è necessario né consigliato allontanare il proprio gatto domestico per paura di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza.
Il vero serbatoio della malattia è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando Toxoplasma anche per diverse settimane.

9) E’ MEGLIO CHE DURANTE LA GRAVIDANZA, SE POSSIBILE, QUALCUN ALTRO SI OCCUPI DELLA LETTIERA DEL GATTO. VERO

In realtà è un eccesso di prudenza, ma se avete qualcuno che possa pulire la lettiera del gatto, è meglio lasciare ad altri questo compito. Se invece deve necessariamente occuparsene la mamma in attesa, ricordate di farlo tutti i giorni: le cisti del parassita infatti si schiudono dopo tre giorni a temperatura ambiente e alta umidità. Usate dei guanti e lavate bene le mani, ovviamente.

10) UNA VOLTA AVUTA LA TOXOPLASMOSI SI RESTA PROTETTI PER LA MALATTIA PER TUTTA LA VITA. VERO

Chi contrae la toxoplasmosi resta protetto per tutto l’arco della vita da recidive, perché risponde all’infezione con la  produzione di anticorpi e linfociti specifici.


I risultati del gioco: quanto sei preparato sulla toxoplasmosi in gravidanza?

toxoplasmosi in gravidanz
  • Se hai riposto correttamente da 0 a 3 domande: ancora sei ancorato ad alcune credenze popolari su come si contrae la toxoplasmosi, ma con questo articolo ora avrai le idee un po’ più chiare
  • Se hai riposto correttamente da 4 a 7 domande: alcuni falsi miti sulla toxoplasmosi sono a te già chiari, il tuo punteggio è nella media, adesso puoi solo che migliorare
  • Se hai riposto correttamente da 7 a 10 domande: hai le idee abbastanza chiare sull’argomento, complimenti!

Se avete domande scrivetele nei commenti e condividete il quiz coi vostri amici e soprattutto con le vostre amiche in dolce attesa!

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