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Medicinale

Viaggio ad Auschwitz Birkenau nei campi di concentramento e sterminio

Stephanie

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Viaggio ad Auschwitz, agosto2013. Io e Stefano ci eravamo sposati da pochi mesi e ancora non avevamo figli. All’epoca viaggiavamo molto, circa 3 viaggi l’anno. Abbiamo visto molti luoghi, ma quello è stato un viaggio speciale e ve lo voglio raccontare attraverso le nostre fotografie.

Questo lager-museo rimane per tutti i tempi una memoria, un omaggio e un ammonimento.

Viaggio ad Auschwitz, viaggio nella memoria

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. E’ stato scelto questo giorno perché il 27 gennaio 1945 venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz, luogo simbolo dell’Olocausto, dedicato alla memoria delle vittime. Dal 1979 è divenuto patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

E’ un luogo ricco di significati, che evoca sensazioni al di fuori del controllo della ragione. Un viaggio che consiglio a tutti. Un viaggio metaforico, nella storia, nella crudeltà dell’essere umano. Un viaggio nella follia prima di uno e poi di molti, nella sofferenza, negli stenti, nelle lacrime di chi lo ripercorre ancora oggi.

Perché tutti abbiamo visto documentari, film, letto libri che ci raccontano la più buia e lunghissima parentesi della storia moderna. Ma calpestare quella terra, entrare in quegli edifici, vedere quelle baracche, è un’altra cosa. Ci si cala nello sconcerto di chi fino a quel momento credeva di sapere cos’era successo, ma si rende conto che quello che aveva recepito era solo una minima parte.

Non so neanche spiegarvi perché. Prima di compiere un viaggio ad Auschwitz si conoscono i fatti, i numeri, gli accadimenti. Quando sì è lì invece è come se si respirasse l’orrore che nessun numero o racconto può trasmettere. Passare una giornata in quei luoghi è un’esperienza molto intima, che va al di là del senso morale, che scatena sentimenti primitivi di pura compassione umana.

Appena i nostri figli saranno abbastanza grandi per capire e soprattutto per digerire il pugno nello stomaco che comporta la visita ad un campo di sterminio, sicuramente ritorneremo ad Auschwitz.

Viaggio ad Auschwitz: il museo-campo di concentramento nazista

…ad  Auschwitz-Birkenau… su una superficie così ridotta, sorse in pochissimo tempo il più grande cimitero, la più grande area di morte che la storia del mondo ricordi… (Kazimierz Smolen, detenuto n. 1327)

Quello di Auschwitz-Birkenau è un complesso che  in si trova nella città di Oświęcim, a circa 60km da Cracovia.  Dal 1947 è stato istituito un museo aperto al pubblico, con visite guidate in piccoli gruppi con audio guida in differenti lingue italiano compreso.

Operativo dal 1940 al 1945, era il più grande campo di concentramento per detenuti di varie nazioni e dal 1942 divenne anche luogo di sterminio degli Ebrei d’Europa. Il numero delle sue vittime viene stimato in 1.100.000-1.500.000 tra uomini, donne e bambini, di cui quasi il 90% erano Ebrei. 

Il museo-campo è suddiviso nell’area di Auschwitz I e Auschwitz II. In realtà il complesso di Auschwitz prevedeva un terzo campo lavoro, quello di Monowitz, dove si produceva gomma sintetica (qui fu rinchiuso Primo Levi) e 45 sottocampi situati nelle vicinanze dei tre campi principali. 

Viaggio ad Auschwitz I: il campo madre

Il lager nazista di Auschwitz è il luogo di martirio e di sterminio più noto al mondo. Simbolo dell’Olocausto, del genocidio e dei crimini contro l’umanità.

Il Museo di Auschwitz occupa un’area di 20 ettari, di cui 6 entro i recinti di filo spinato, e comprende57 fabbricati originali e alcuni impianti risalenti agli anni 1940-45.

Auschwitz era in principio un Konzentrationslager, un campo di concentramento e fungeva da centro amministrativo per l’intero complesso.

Il cancello principale del lager

L’iscrizione sopra il cancello Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) era una cinica menzogna. Ad Auschwitz tutto era al servizio della morte e non certo della libertà. Ogni giorno da quel cancello passavano migliaia di detenuti sotto scorta, per recarsi ai luoghi di lavoro servile e la sera ritornavano portando con loro i corpi massacrati dei compagni di sventura.

Il prigioniero polacco Jan Liwaczchefu incaricato di forgiare questa scritta, decise di saldare la lettera «B» della parola Arbeit sottosopra, per indicare moralmente il proprio dissenso. Questo coraggioso gesto di ribellione intellettuale assunse notorietà e un forte valore simbolico solo molti anni dopo, sino ad essere rappresentato in forma di statua, the Great B, nel 2014 in fronte alla sede del Parlamento europeo.

Viaggio ad Auschwitz I – Blocco 4 e 5: lo sterminio e le prove materiali dei crimini

Varcate le soglie del cancello principale ci si addentra nel cuore del lager, perfettamente conservato. Si attraversa il recinto di filo spinato, che separa i Blocchi dalle aree amministrative e di comando delle SS. Si intravedono le torrette, dove le guardie vigilavano e camminando senza parlare si arriva ai primi blocchi aperti alle visite, il 4 e il 5.

Qui l’orrore diventa tangibile. Le foto dei visi dei prigionieri dei lager, gli oggetti personali confiscati, le scatole vuote di gas usato per le uccisioni di massa. Passando in questi due blocchi c’è un silenzio surreale. Gli oggetti raccontano.

Il commercio della morte

Prima di uccidere le donne, i nazisti tagliavano loro i capelli, che venivano poi imballati in grandi sacchi da 20-25kg ciascuno. Era “materia prima” che sarebbe poi stata inviata per essere trasformata dalle industrie tedesche. L’Armata Sovietica, liberando il campo di concentramento, trovò nei magazzini circa 7.000 kg di capelli.

Tutto ciò che i prigionieri avevano portato con sé veniva depositato in baracche adibite a magazzino, chiamato nel gergo del campo Canada (situato ad Auschwitz II -Birkenau). In 35 baracche, gruppi di prigionieri dovevano classificare l’enorme quantità di vestiario, di oggetti di valore, di denaro, proveniente dai deportati nei campi.

Con l’avanzare dell’Armata Sovietica, i nazisti svuotarono i magazzini dagli oggetti di valore e alcuni giorni prima della liberazione del campo di concentramento, i superstiti dei reggimenti delle SS in ritirata incendiarono tutti i magazzini, nel tentativo estremo di distruggere le prove.
Nei sei magazzini che furono trovati nelle baracche bruciate parzialmente, si rinvennero 348.820 completi per uomo, 836.525 completi per donna, 5.255 paia di scarpe da donna, 38.000 paia di scarpe da uomo e grandi quantità di spazzolini da denti, pennelli da barba, oggetti di uso giornaliero, protesi per gambe, occhiali ecc.

Quell’enorme quantità di oggetti, pure se è una parte piccolissima del bottino, attesta il numero degli uccisi, rivela i nomi delle vittime scritti sulle valigie e dà la possibilità di stabilire che tra di esse vi erano anche bambini.

Il percorso continua poi nel Blocco 6 – La vita del detenuto e nel Blocco 7- Le condizioni di alloggio e sanitarie. In questi blocchi vengono decritti i criteri di selezione dei prigionieri, la marchiatura del numero sull’avambraccio, gli abiti assegnati dalle SS, i sistemi di identificazione dei diversi detenuti. La stessa sorte degli adulti era destinata ai bambini.

Il dottor E. Berhold, professore di pediatria e prigioniero delle SS, fece una commovente descrizione di una selezione di bambini.

Per la selezione dei bambini, gli uomini delle SS fissarono una stanga dell’altezza di 1,2 m. Tutti i bambini che passavano sotto la stanga andavano al crematorio. Essendo coscienti di questo, i bambini piccoli alzavano più che potevano le loro testoline per trovarsi nel gruppo di quelli destinati a vivere…”

Passando ad Auschwitz, l’Armata Sovietica liberò anche circa 200 bambini.

Le vittime di Auschwitz

Viaggio ad Auschwitz I – Blocco 11: il “Blocco della morte”

Qui miglia di detenuti, principalmente Polacchi, erano rinchiusi, torturati e condannati a morte, finendo al Muro della Morte dove venivano fucilati. Si trova nella parte esterna, un’area semiaperta compresa fra il blocco 11 e il blocco 10, ossia il Blocco degli Esperimenti di Sterilizzazione delle donne ebree.

Per mantenere il segreto sulle esecuzioni, le finestre del blocco 10 che davano sul cortile erano coperte con assi di legno, dettaglio che è stato conservato ancora oggi ed è visibile anche nell’immagine sottostante. Il muro era dotato di una barriera creata ad arte per evitare il rimbalzo delle pallottole e attutire il rumore degli spari.

Commemorazione davanti al Muro della Morte

Nei sotterranei del blocco 11, il 3 settembre 1941, fu realizzato il primo esperimento di uccisione di massa con il gas Ziklon B, ad opera delvicecomandante del campo Karl Fritzsch. Ne furono vittime 250 Polacchi e 600 prigionieri di guerra sovietici. Questo gas, normalmente usato come antiparassitario, fu poi impiegato su vasta scala per il genocidio ebraico. Denis Avey lo racconta così, nel libro Auschwitz. Ero il numero 220543

Ora so che i prigionieri di guerra sovietici fecero da cavia ai primi esperimenti di gassazione. Nel settembre del 1941 furono assassinati a centinaia con lo Zyklon B in una cantina del campo principale di Auschwitz. La tecnica funzionava, ma per i comandanti la tecnica non era abbastanza efficiente. Così adottarono uno dei crematori per far cadere dall’alto i cristalli di gas, attraverso bocchette ricavate dal tetto. In quella prima sperimentazione perirono 900 persone. Gli ingranaggi della macchina dello sterminio si erano messi in moto.

Viaggio ad Auschwitz I – Altri Blocchi

E’ difficile condensare tutto il Museo in un articolo. Ci sono tante cose che meritano la pena di essere ricordate e tante immagini che vorrei mostrarvi. Ma mi sono già dilungata parecchio, quindi ora vi guido velocemente verso il resto del campo. 

Lasciato il Muro della Morte si cammina verso il centro del campo di concentramento, incontrando i blocchi dedicati alle Esposizioni Nazionali:

  • URSS – Blocco14
  • Polonia – Blocco 15
  • Boemia e Slovacchia – Blocco 16
  • Jugoslavia e Austria – Blocco 17
  • Ungheria – Blocco 18
  • Francia e Belgio – Blocco 20
  • Italia e Olanda – Blocco 21

Proseguendo si incontra il Blocco 27 – Il martirio e la lotta degli EbreiDa qui si arriva poi di fronte alla Forca per le Impiccagioni Collettive, si supera il Blocco 13 – Lo sterminio dei ROM per poi dirigersi, attraversando per la seconda volta il corridoio di filo spinato, in un edificio esterno al recinto.

La forca per le impiccagioni collettive

Viaggio ad Auschwitz I – Camera a gas e Crematorio n.1

L’ultimo edificio in cui si entra prima di lasciare il lager di

Auschwitz

è quello più angosciante. Dall’esterno si vede il grande camino, poi ci si addentra nella camera a gas e nei forni per l’incenerimento delle salme.

Il vento da ovest portava da camini più distanti un odore dolciastro e nauseabondo. […] Finalmente compresi. Quelli troppo deboli per lavorare venivano uccisi e bruciati. L’odore che ristagnava nell’aria proveniva dai camini del crematorio poco lontano. Adesso sapevo la verità, ma sentirlo dire non mi bastava. (Denis Avey)


Viaggio ad Auschwitz II – Birkenau: il campo di sterminio

A circa 3 km dal campo Auschwitz I sorge Birkenau. Questo luogo viene scelto anche in virtù della sua vicinanza alla linea ferroviaria, vicinanza che avrebbe facilitato le attività criminose delle SS. Nel 1944 poi questa vicinanza non fu più sufficiente e i binari vennero portati direttamente all’interno del campo, come sono visibili oggi.
Questo lager fu utilizzato come principale strumento di sterminio in quella che i nazisti chiamavano soluzione finale della questione ebraica.

Nell’estate 1941 venni convocato a Berlino dal Reichsführer delle SS Himmler per ricevere ordini personali. Egli mi disse qualcosa, non ricordo le esatte parole, circa il fatto che il Führer aveva dato ordine per una soluzione definitiva della questione ebraica. Se non fosse stata portata a termine allora in seguito gli ebrei avrebbero distrutto il popolo tedesco. Era stato scelto Auschwitz a causa del suo facile accesso ferroviario e perché il sito poteva essere agevolmente isolato

(Rudolf Höss – primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz).

Birkenau, divenuto operativo il 7 ottobre 1941, fu il più grande campo di concentramento del complesso di Auschwitz. Qui furono imprigionate parecchie centinaia di migliaia di deportati, in diversi sotto-campi, e trovarono la morte circa 1,1 milioni di persone. Le sue dimensioni sono impressionanti: una superficie di 171 ettari, sui cui sorgono 98 tra edifici e impianti originali, 300 baracche, il recinto del lager (12km), vie interne (oltre 8km) e binari ferroviari (2,2km).

A partire dalla seconda metà del 1942 fino alla liberazione nel 1945 che Auschwitz-Birkenau divenne un Vernichtungslager, un vero e proprio sistema di annientamento degli ebrei, che procedette con fasi di differente intensità.

Viaggio ad Auschwitz II – La Porta della Morte

L’ingresso di Auschwitz II – Birkenau visto dall’interno

Quando si arriva a Birkenau, dopo aver visitato Auschwitz, si ha l’esatta percezione dell’organizzata follia nazista. E’ un campo studiato per ottimizzare l’opera di sterminio: grandissimo, ben strutturato, fornito di una ferrovia per il trasporto di grandi quantità di prigionieri.

La selezione dei prigionieri

I binari passano attraverso la Porta della Morte e tutta la lunghezza del campo di concentramento. Lo scalo dove avveniva la selezione dei deportati, era in mezzo a due impianti di camere a gas e forni crematori. Rudolf Höss la descrive così, in una deposizione al Processo di Norimberga.

Il modo in cui avveniva la selezione era la seguente: i 2 dottori che avevamo a Auschwitz esaminavano i prigionieri che arrivavano con il treno, li facevano camminare di fronte a loro e prendevano subito una decisione sul loro destino. Chi veniva ritenuto abile al lavoro veniva inviato al campo, gli altri direttamente alle camere a gas. I bambini più piccoli venivano sterminati perché non potevano essere adibiti ad alcun lavoro.

La struttura di Birkenau

Il campo è suddiviso in 3 grandi aree:

  • B-I : è l’area a sud della linea ferroviaria, con numerosi fabbricati rimasti allo stato originario, dove si trovano il campo delle donne, le latrine e i bagni
  • B-II, è la grande area centrale, a nord della ferrovia, dove si trovano pochi fabbricati sopravvissuti al tentativo di cancellare le prove dei crimini, con l’area di quarantena e i campi suddivisi per tipologia di detenuti
  • B-III, è la parte del campo in costruzione, il campo di transito denominato Messico

In fondo alla B-II c’era il Canada, il deposito degli oggetti confiscati. Visto che lo scopo primario del campo era l’eliminazione di massa, erano presenti 4 camere a gas con annessi crematori, di cui oggi vediamo solo i resti.

La visita a Birkenau

Si arriva in questo lager con il cuore già provato dalla visita ad Auschwitz I. Ma è a Birkenau che abbiamo sentito di più le emozioni più forti.

Se ad Auschwitz le condizioni erano precarie, qui sono davvero disumane. I blocchi lasciano il posto alle enormi baracche.

Una delle baracche di legno dove vivevano i prigionieri del lager


L’esperienza del viaggio ad Auschwitz nei campi di concentramento nazisti è un viaggio complesso, ma dal quale un essere umano non dovrebbe sottrarsi. Perché la memoria di quello che è stato non deve mai spegnersi. Perché l’indifferenza è il crimine più grande. Perché abbiamo l’obbligo morale di insegnare alle generazione future, ai nostri figli, che la vita e il rispetto sono le cose più importanti al mondo. E che nessuna ragione politica, etnica o religiosa possono in alcun modo calpestarle.

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Medicinale

Tachipirina: breve guida all’uso, nei bambini e negli adulti

Stephanie

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Guida per un corretto uso della Tachipirina: cos’è, quando si usa, come funziona, sicurezza, dosaggi, conservazione, in particolare per i bambini. Tutto quello che un genitore deve sapere sul farmaco per non commettere errori, spiegato dal Farmacista e Papà Stefano.

Cos’è la Tachipirina

Tachipirinaè il nome commerciale di un farmaco il cui principio attivo è il Paracetamolo (o Acetominofene), e questo  nome è ormai universalmente riconosciuto come sinonimo dello stesso principio attivo. Non tutti sanno però che in commercio sono disponibili preparati analoghi come Efferalgan o farmaci equivalenti o generici.

E’ un farmaco molto utilizzato, sia in infanzia che in età adulta, ed è un analgesico e antipiretico, largamente impiegato sia da solo che in associazione ad altri farmaci, a seconda della severità della sintomatologia da andare a trattare.

Lo si può acquistare in farmacia e in parafarmacia nelle preparazioni destinate alla automedicazione come SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) o nelle sole farmacie nella formulazione da 1 grammo in compresse per la quale è necessaria la ricetta medica.

Quando si usa la Tachipirina e sicurezza del farmaco

E’ utilizzato negli adulti, adolescenti e bambini per:

  • come antipiretico per il trattamento sintomatico degli stati febbrili come influenza, malattie esantematiche (malattie infettive tipiche dei bambini e degli adolescenti), malattie acute del tratto respiratorio, ecc.;
  • come analgesico per dolori di varia origine e natura (mal di testa, nevralgie, disturbi della dentizione nell’infanzia, dolori muscolari ed altre manifestazioni dolorose di media entità).

In età pediatrica rappresenta il farmaco di elezione e di prima scelta per trattare questi sintomi.

Una precisazione per la febbre: è un meccanismo di difesa dell’organismo nella risposta immunologica all’aggressione di patogeni, il farmaco quindi va utilizzato solo in caso di necessità e sempre dopo aver consultato il medico o il farmacista. Non è in necessario somministrare il farmaco se il solo dato clinico è quello del rialzo della temperatura, ma dovrebbe essere impiegato se il bambino risulta dolorante o infastidito, indipendentemente da quello che segna il termometro.

Potete approfondire l’argomento leggendo l’articolo sulle linee guida della Società Italiana di Pediatria sulla gestione della febbrecliccando qui

Dal punto di vista della sicurezza è un medicinale sicuro e ben tollerato, tanto che può essere usato in gravidanza, allattamento e nei bambini fin dai primi mesi di vita.
Il trattamento con Tachipirina o altro medicinale a base di paracetamolo va però inteso come sintomatico e di breve durata. Non superare i 3 giorni di assunzione e in caso i sintomi non si siano risolti, consultare il medico o il farmacista.

E’ controindicato in caso di accertata ipersensibilità, insufficienza epatica grave e anemia emolitica grave.

Come agisce la Tachipirina

Agisce sul sistema nervoso centrale e attraverso la modulazione di prostaglandine COX3 ed esercitando un azione diretta sui sistemi di serotonina e dopamina.
Per questo motivo è utile sottolineare che, diversamente da quando narra la credenza popolare, il farmaco non ha alcun efficacia a livello locale. Quindi se utilizzato per un massaggio sulla pelle o sulle gengive dei bambini non avrà alcun beneficio, e non ha proprietà antinfiammatorie.

Tachipirina gocce, sciroppo, supposte, orosolubile, compresse, flashtab: quale scegliere?

In commercio esistono diverse forme farmaceutiche adatte ad ogni fascia di età ed esigenza.

Nella scelta della via di somministrazione nell’infanzia è da preferire l’assunzione per via orale rispetto alla rettale, per due motivi:

  1.  l’assorbimento a livello rettale è abbastanza limitato
  2. la dose non è modulabile nelle supposte, mentre con lo sciroppo e le gocce vi è una precisione maggiore nella posologia.

La via rettale sarebbe da circoscrivere alle situazioni in cui non è possibile l’impiego orale, come vomito o assoluto rifiuto del bambino.

Per gli adulti le formulazioni orosolubili e flashtab sono quelle con più rapida azione analgesica.

Dosaggi, sovradosaggio, conservazione

E’ molto importante rispettare la posologia come riportata all’interno della confezione e non lanciarsi in un “fai da te” che può risultare rischioso. Infatti, rimanendo nelle giuste dosi terapeutiche, non avremo un accumulo di farmaco con relativa formazione di un metabolita epatotossico.
Consultare sempre il bugiardino contenuto nella confezione. Anche se si conosce già il farmaco, è bene controllarne le dosi riportate sul foglietto illustrativo, perché i prodotti farmaceutici possono subire delle variazioni nella composizione.

La validità dello sciroppo e delle gocce, dopo la prima apertura, è di 1 anno. Per le altre formulazioni fa fede la data di scadenza riportata sulla confezione.


Riassumendo, ecco cosa bisogna ricordare sul paracetamolo (e sulla Tachipirina):

  • Sicuro e ben tollerato
  • Utilizzabile in gravidanza, allattamento e nei bambini  fin dai primi mesi di vita
  • Azione antipiretica e analgesica; no antinfiammatoria, no uso topico/locale
  • Preferire l’assunzione orale rispetto quella rettale
  • Rispettare le dosi e i tempi di somministrazione
  • Non previene le convulsioni
  • Non previene la febbre e non cura l’influenza (ma i suoi sintomi)
  • Non deve essere somministrato preventivamente prima della vaccinazione
  • Non somministrare per più di 3 giorni consecutivi senza consultare il medico
  • Non alternare, nell’uso domestico, con l’ibuprofene
  • Prima di associare altri farmaci consultare il medico o il farmacista
  • In caso di ingestione accidentale di una dose eccessiva di medicinale, consultare il medico o rivolgersi all’ospedale più vicino
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Famiglia

Prenatal Lista Nascita: Cosa includere nella borsa per il parto? Cosa dovrebbe includere un piano nascita?

Stephanie

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Gioia, eccitazione, attesa, nervosismo: queste sono solo alcune delle sensazioni che provi se di recente hai appreso di essere incinta. È un momento meraviglioso, ma può anche essere travolgente. Per rimanere organizzato, avrai bisogno di organizzare alcuni aspetti della tua vita.

Tuttavia, a parte la notizia della gravidanza, la maggior parte delle donne non si accorgerà nemmeno di essere incinta nei primi tre mesi. Probabilmente, ti sentirai stanca e ciò è dovuto principalmente ai continui cambiamenti ormonali, alla riduzione della glicemia e della pressione sanguigna.

Un altro sintomo comune nel primo trimestre è la nausea mattutina. Il lato positivo è che di solito scompare alla fine dei primi tre mesi. Un altro fattore è la crescita del seno. Il primo trimestre è forse il momento più emozionante di una gravidanza, soprattutto se è il tuo primo bambino. Vediamo nel dettaglio alcuni aspetti da non tralasciare assolutamente.

Lista gravidanza: cosa includere?

prenatal lista nascita

Abbiamo deciso di stilare una lista di cose da fare per affrontare la preparazione per il parto nella migliore maniera. In particolare, potrai decidere di stampare la lista gravidanza in qualsiasi momento e tenerla sempre con te:

  • Fai un test di gravidanza
  • Informazioni sui vantaggi a cui si ha diritto quando si è in gravidanza
  • Rimani attivo, inizia a fare esercizio esercizio fisico mantenendoti in forma
  • Se fumi, chiedi aiuto per smettere immediatamente
  • Fissa un appuntamento per vedere la tua ostetrica o il tuo medico di famiglia
  • Prenota lezioni prenatali
  • Assicurati di fare tutti i test di screening
  • Fissa un appuntamento per vedere un dentista
  • Informati sui tuoi diritti sul lavoro in merito al congedo di maternità
  • Chiedi di sentire il battito cardiaco del tuo bambino
  • Inizia a comprare le cose di cui avrai bisogno per il tuo bambino
  • Hai fame? Attenersi a una dieta ragionevole mangia sano ed evita cibi spazzatura
  • Scrivi al tuo datore della tua intenzione di interrompere il lavoro
  • Assicurati di conoscere le avvisaglie del travaglio
  • Prepara una borsa per il parto
  • Per i partner, prepararsi per la nascita e per i momenti successivi al parto

Preparazione per il parto: cosa fare?

In cosa consiste la preparazione per il parto? Cosa fare per essere pronti al momento della nascita del bambino? Spesso le persone descrivono la nascita come un momento di grande gioia, realizzazione, orgoglio e sollievo nel portare un nuovo bambino nel mondo. Sebbene per la maggior parte questo sia il risultato finale, arrivare a quel punto può essere lungo, doloroso ed estenuante, e talvolta il parto non è esattamente come ce lo siamo immaginate.

Le esperienze di gravidanza variano notevolmente da un individuo all’altro e anche da una nascita all’altra. Se chiedi a qualcuno qual è il loro piano di nascita, è probabile che venga descritto un numero limitato di scenari.

In ogni caso, ci sono alcune cose che è utile tenere a mente quando ti stai per avvicinare al parto. In primis, non esiste un modo giusto per partorire. Farai ciò che ti sembra giusto in quel momento ed è solo allora quando ti trovi in ​​quella situazione e stai sperimentando il parto, che saprai cos’è veramente.

Le lezioni prenatali possono essere molto utili per aiutarti a conoscere e capire quali sono le tue alternative per partorire e i diversi modi in cui si può gestire questo processo.

È importante ricordare che durante il parto possono accadere cose che potrebbero non essere come avevamo pianificato, sperato e nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni che sono al di fuori del nostro controllo.

Ad esempio, il bambino potrebbe essere prematuro, mettersi in una posizione scomoda, la pressione sanguigna potrebbe aumentare o diminuire: questi sono solo alcuni esempi del numero di eventi che possono accadere a chiunque. Sono al di fuori del nostro controllo e lo sono colpa di nessuno.

Se ti succede, prova ad essere rilassata. Durante il parto, lasciati guidare dai professionisti sanitari che sono nella posizione migliore per valutare la situazione in quel momento e attingi alla loro esperienza per gestire in totale sicurezza questi momenti.

Non importa cosa accada, o quanto vicina o lontana sia la tua esperienza di parto dai tuoi pensieri, l’obiettivo è di partorire in sicurezza il tuo bambino (o bambini). Lasciati guidare dal tuo medico. Concentrati sul seguire ciò che ti consigliano di fare.

Cosa includere nella borsa per il parto?

lezioni prenatali
  • Documenti importanti: porta le copie del piano di nascita, un documento d’identità con foto, moduli di registrazione dell’ospedale. Anche se ti fossi già registrata in ospedale, spesso queste strutture hanno bisogno di un doppio check per procedere al ricovero.
  • Contanti e cambio: porta almeno € 20 in contanti e cambia per snack
  • Smartphone e caricabatterie: lo sappiamo, non sei mai senza il tuo telefono. Ma assicurati che anche tu (e il tuo partner) abbiate i dispositivi per ricaricare i vostri cellulare in qualsiasi momento. Oltre ad aver bisogno di un telefono per ovvi motivi (chiamate, messaggi di testo), ti consigliamo di scaricare app utili, come un timer di contrazione.
  • Strumenti per il rilassamento: un impacco caldo fatto in casa (un calzino pieno di riso o fagioli) può darti un sollievo immediato durante il travaglio attivo perché si adatta al tuo corpo e può essere facilmente riscaldato nel microonde dell’ospedale.
  • Cuscino morbido: fidati di noi quando ti diciamo che i cuscini in ospedale sono comodi. Non dimenticare di portarne uno anche per tuo marito o il tuo compagno che vuole passare la notte in ospedale accanto a te.
  • Articoli da toeletta: deodorante, bagnoschiuma, shampoo, salviettine detergenti per il viso, dentifricio e spazzolino da denti sono necessari per la tua igiene personale. Non dimenticare il balsamo per le labbra e la crema idratante.
  • Prodotti per la cura dei capelli: una fascia elastica ti aiuterà a tenere i capelli lontani dal viso durante il travaglio, e una spazzola e uno shampoo a secco ti aiuteranno a farti sembrare favolosa nelle prime foto con il tuo nuovo bambino.
  • Indumenti da notte, vestaglia e biancheria intima: una camicia da notte di cotone sarà molto più comoda di un camice da ospedale e una vestaglia sarà utile per camminare nei corridoi.
  • Pantofole e / o calzini pesanti: tieni le dita dei piedi calde e pulite, sia a letto che durante le tue passeggiate in ospedale. Porta due paia di pantofole perché potrebbero sporcarsi durante il tuo soggiorno in ospedale o in clinica.
  • Reggiseno per l’allattamento: porta una canotta o un reggiseno per l’allattamento che risulti essere comodo per le notti in ospedali. Compralo alla fine dei nove mesi di gravidanza perché probabilmente avrai quella stessa taglia alla fine del parto.

Cosa dovrebbe includere un piano nascita?

Quando una mamma in travaglio arriva in ospedale con un piano di nascita, gli infermieri spesso alzano gli occhi al cielo e sorridono, soprattutto se si tratta di un piano di nascita da spuntare e compilare. Ecco alcuni suggerimenti per scrivere un piano di nascita efficace.

Scrivi il tuo piano di nascita, non utilizzare un modulo prestampato.

I piani di nascita pre-scritti che sono disponibili su molti siti web sono buoni da usare come fogli di lavoro mentre pensi al tuo piano di nascita. Ma un piano di nascita scritto personalmente mostra ai medici che sei consapevole di ciò che vuoi.

Il tuo piano di nascita dovrebbe essere breve e leggibile, preferibilmente 1-2 pagine. Sii personale ed educato nello scrivere. Racconta brevi storie personali che spiegano le tue scelte.

Sii molto istruito riguardo alle tue scelte, specialmente riguardo alla gestione del dolore e ai cesarei.

Assicurati di completare un programma di preparazione al parto prima di tentare di scrivere il tuo piano di nascita. Se hai poco tempo prima del parto, valuta la possibilità di leggere un libro sulla preparazione al parto o guardare un video corso. Fai un tour della tua struttura prima del parto e scopri le opzioni che offrono per il controllo del dolore, le posizioni del parto e la cura del neonato.

Inizia il tuo piano di nascita con i nomi e i numeri di telefono di tutte le persone chiave coinvolte nel tuo parto.

Includi il tuo nome, il nome del tuo bambino (se lo conosci!), Il tuo ostetrico o ostetrica, il tuo pediatra / medico del bambino, i nomi di tutte le persone che dovrebbero essere presenti al tuo parto e i nomi di chiunque non vuoi al momento del parto.

Continua con una sezione sulla tua storia medica e ostetrica.

In questa sezione, includi i tuoi farmaci, allergie, condizioni mediche croniche e informazioni su ciascuna delle tue precedenti gravidanze e parti. Indica se sei positivo o negativo per lo streptococco di gruppo B e il diabete. Se hai mai avuto l’herpes, l’HIV, l’epatite o altre malattie a trasmissione sessuale, è essenziale includerle.

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Gourmet

Anisakis, il parassita del pesce azzurro: sintomi, dove si trova, evitarlo

Stephanie

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Il parassita Anisakis chiamato anche parassita del pesce azzurro, è forse poco conosciuto ma facile da incontrare. Io l’ho trovato pulendo delle acciughe e ho pensato che sarebbe stato interessante parlarvene nel blog. Insieme cerchiamo di capire di più sull’Anisakis: sintomi, in quali pesci si trova, come evitarlo.

Cos’è l’ Anisakis e come il parassita può infestare l’uomo?

La presenza di questi parassiti nel pesce è assolutamente normale, perché fa parte del naturale processo ecologico dei principali sistemi acquatici marini (Salvatore Seminara, commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia)

E’ un parassita del pesce che possiamo ritrovare nelle carni di molte specie ittiche, in particolar modo è un parassita del pesce azzurro.

Svolge il suo ciclo vitale in ambiente marino, passando da uova, a larva, a stato adulto e riproducendosi fra pesci e grandi mammiferi marini. Può succedere però che il parassita si trovi in un ospite accidentalecome l’uomo, causando un’infezione che può essere anche molto grave.

Parassita Anisakis – Sintomi e terapia

L’uomo mangiando pesci o calamari crudi o poco cotti, può ingerire le larve dei nematodi, responsabili di una malattia nota come anisakidiosi o anisakiasi.

Le larve ingerite in genere muoiono o non danno sintomi, raramente il parassita Anisakis giunge a maturazione negli esseri umani: di norma viene eliminato spontaneamente entro tre settimane dall’infezione. In alcuni casi, soprattutto se vengono ingerite più larve, queste possono invadere la mucosa gastrica o intestinale e causare dolori addominali, nausea, vomito ed occasionalmente febbre. L’infestazione da Anisakis e i suoi sintomi in genere si manifestano in un arco di tempo variabile dall’ingestione di pesce contaminato.

Una volta penetrate nella mucosa ne deriva una reazione infiammatoria, con formazione di un granuloma (accumulo delle cellule del sistema immunitario) che può evolvere nei casi più gravi in ulcere che perforano la parete.

Se nelle forme meno gravi può essere sufficiente una terapia sintomatica, nella maggioranza dei casi si rende necessario un intervento chirurgico per la rimozione delle larve.

Parassita Anisakis – Cottura

Parassita Anisakis

A volte si pensa che con la cottura l’Anisakis muoia e i problemi siano risolti. In realtà non è proprio così.

Anche se sottoposte a cottura,  le larve di Anisakis possono essere pericolose per gli esseri umani. Quando infettano il pesce infatti rilasciano diverse sostanze biochimiche nei tessuti circostanti. Inoltre, si possono quindi verificare manifestazioni allergiche acute, ad esempio orticaria e shock anafilattico, accompagnate o meno dai sintomi gastrointestinali.

L’Anisakis in quali pesci si trova?

A studiare gli effetti che le larve dell’Anisakis possono provocare nell’uomo è il Centro di Referenza Nazionale per le Anisakiasi (C.Re.N.A), che ha sede all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Il Centro, diretto dal dottor Vincenzo Ferrantelli, ha effettuato un monitoraggio, su decreto dall’assessorato regionale alla Salute, i cui risultati adesso sono stati pubblicati. Dalle analisi di circa 8 mila campioni, provenienti da tutte le province siciliane, è emerso che il pesce più infestato da queste larve è la spatola, seguito da suro, sgombro, merluzzo, scorfano e alici. Ma attenzione a non creare allarmismi.

Per i mari italiani quindi l’Anisakis in quali pesci si trova? Ecco un elenco schematico:

  • pesce sciabola o spatola (quasi sempre infestato),
  • sgombro,
  • merluzzo (fam. gadidi),
  • scorfano
  • alici (acciughe),
  • sardine,
  • aringhe,
  • dentice (fam. sparidi),
  • rana pescatrice (fam. lofidi),
  • San Pietro,
  • totani e calamari.

Una pronta e completa eviscerazione permette l’allontanamento del parassita, che potrebbe migrare nelle masse muscolari del pesce.

E’ per questo motivo che per alcune specie ittiche è imposta l’eviscerazione subito dopo la pesca, direttamente sulla barca prima dell’abbattimento.

Parassita Anisakis – Acciughe sotto sale, alici marinate

Dallo studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale è emerso anche che la marinatura, le tecniche del carpaccio e della tartara non rappresentano un metodo sicuro per la bonifica del pesce infestato.

E’ possibile trovare tracce di Anisakis nelle sardine o acciughe sotto sale e nelle alici marinate, perché queste due preparazioni non prevedono la cottura del pesce. Prestare quindi attenzione quando si consumano questi prodotti, affidarsi solo a produttori di fiducia ed evitare nei bambini e in gravidanza. Questo perché il parassita Anisakis porta a sintomi che potrebbero essere pericolosi per la mamma e il bambino.

Parassita Anisakis – Salmone affumicato

Analogamente a quanto detto per la marinatura, neanche l’affumicatura è in grado di uccidere l’Anisakis. Tuttavia, studi recenti dimostrano che questa specie è meno frequentemente infestata dal parassita e questa pare riguardare solo il pesce selvatico.

Sulle nostre tavole in genere arriva solo salmone da allevamento, quindi il pericolo di incontrare questo sgradito ospite è remota, anche se non impossibile.

Parassita Anisakis -Sushi

Parassita Anisakis -Sushi

Per lo stesso motivo anche il sushi è ad alto rischio parassitosi, essendo per lo più a base di pesce crudo. Lo scorso anno il caso di un uomo portoghese di 32 anni amante di sushi è finito sulla rivista scientifica Bmj Case Reports per un’infestazione da Anisakis.

L’uomo, in buono stato di salute, da circa una settimana accusava febbriciattola, vomito e severo dolore addominale. Dopo un attento colloquio dal quale emerge che il paziente ha recentemente consumato sushi, i medici procedono con un’endoscopia gastrointestinale nel tratto digestivo superiore, trovando un parassita filiforme attaccato saldamente a un’area di mucosa gonfia, come si vede dall’immagine sotto.

Un tempo apprezzate da pochi adepti ora anche nel nostro Paese queste pietanze sono gradite a milioni di persone, che affollano ogni giorno i ristoranti giapponesi. Peccato però, che, parallelamente al crescere dei locali specializzati, oggi sono in aumento i casi d’intossicazione legati al consumo di questi cibi.

Non parliamo solo di Anisakis nel sushi, ma anche di altri tipi di intossicazioni legate alla mal conservazione del pesce. Ma questo sarà oggetto di un altro articolo.

Parassita Anisakis – Ostriche

Vorrei spendere qualche parola sul binomio Anisakis-ostriche. Mi sono documentata parecchio per scrivere questo articolo e non ho trovato traccia della documentata presenza di questo parassita nelle ostriche.

I prodotti della pesca da consumare crudi o praticamente crudi che devono essere sottoposti a preventivo trattamento termico di bonifica (abbattimento) per prevenire il rischio di parassitosi sono unicamente i prodotti della pesca derivati da pesci pinnati e da molluschi cefalopodi (seppie, totani, calamari, polpo e similari).


Difendersi dall’Anisakis: cottura o congelamento

Il metodo più efficace è la cottura superiore ai 60° centigradi per almeno un minuto fino al cuore del prodotto. Nel caso di pesce destinato a essere consumato crudo, i ristoranti, i sushi-bar devono avere l’abbattitore termico (strumento in grado di abbassare rapidamente la temperatura degli alimenti), utile per portare il pesce a -20 gradi per almeno 24 ore. Nel caso, invece, di consumo domestico, non avendo l’abbattitore, per evitare l’Anisakiasi si deve congelare il pesce in un freezer (contrassegnato con tre o più stelle) a temperature ancora più basse (-17 gradi) per almeno 96 ore.

Schema riassuntivo per la sicurezza:

  1. Aquistare pesci eviscerati, soprattutto per le specie più a rischio.
  2. Evitare il pesce crudo, ma cuocere almeno a 60-70° C per qualche minuto.
  3. Se si consuma crudo o marinato o non completamente cotto, il pesce deve essere preventivamente congelato per almeno 4 giorni a -17/-18°C, in congelatore domestico corrispondente a tre o più stelle.
  4. Limitare il consumo di prodotti a rischio come le semiconserve domestiche a base di pesce azzurro crudo marinato.
  5. Se si ama il sushi o le crudità, consumarlo solo in ristoranti di fiducia, dove si ha la sicurezza di trovare pesce abbattuto e correttamente conservato.

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